In evidenza
Sezioni
Annunci
Quotidiani NEM
Comuni

Macchinari prelevati dal cantiere edile e finiti in Polonia: in nove a giudizio

Per sette imputati la Procura ipotizza l’associazione a delinquere: attrezzatura rubata e venduta nel Paese dell’Est

1 minuto di lettura



Macchine operatrici noleggiate vengono prelevate da un cantiere edile a Gorizia, per essere inviate e vendute in Polonia. Il tutto ai danni della ditta proprietaria dei mezzi, la Venpa con sede legale a Dolo (Venezia), e dell’impresa costruttrice, la Gdf Montaggi di Villa del Conte (Padova), operante nel cantiere isontino.

A processo al Tribunale di Gorizia sono nove gli imputati, di cui sette accusati di associazione a delinquere, nonché a vario titolo di appropriazione indebita, simulazione di reato, furto, e due di ricettazione, indotti in errore poiché vittime di inganno.

È un articolato affaire quello ipotizzato dalla Procura goriziana, che fa riferimento anche ad una serie di funzionali espedienti, come la costituzione fittizia di una società, ma anche falsa documentazione, fatturazione, nonché denuncia di furto.

I fatti risalgono al periodo tra l’agosto e l’ottobre del 2011. In particolare sono accusati di associazione a delinquere Claudio Paoluzzi, 55 anni di Cormons, Giuseppe Luise, napoletano di 68 anni, Paolo Dal Betto, 52 anni di Padova, Tobia De Antoni, 40 anni di San Vito al Tagliamento, Beata Maria Sabela, 43 anni polacca, Filippo Calabresi, 48 anni del Padovano,e Massimo Rossi, 36 anni di Castelfranco Veneto. A Piotr Rafal Zbigniew e Krzysztof, polacco di 48 anni, viene invece contestata la ricettazione.

Secondo la ricostruzione della Procura, tutto nasce dalla costituzione fittizia di una società, la Marco Polo System, al fine di convincere la Gdf Montaggi ad avviare il cantiere edile goriziano, a fronte di un contratto di appalto in realtà altrettanto fittizio. Da qui l’avvio del cantiere e la presa a noleggio delle macchine operatrici, un carrello elevatore ed una piattaforma aerea, dalla Venpa, per l’esecuzione delle opere. Macchinari quindi poi prelevati e portati via dal cantiere.

Ne è seguita, sempre secondo la Procura, la denuncia di furto, eseguita da un dipendente della Gdf Montaggi delegato dal rappresentante legale della società, ignaro che il proprio operaio invece fosse parte del progetto ritenuto “criminale”.

Era in sostanza il via, sostiene sempre la Procura, ad una serie successiva di “passaggi di mano” delle due macchine operatrici, finalizzati al trasferimento finale in Polonia, affidato ad un polacco all’oscuro dell’operazione fraudolenta.

Nel paese dell’Est si concluderebbe quindi la “partita”, con l’acquisizione dei due mezzi edili da parte dei due polacchi ai quali è stata contestata la ricettazione, pur tratti in inganno. Intanto per “salvare le apparenze”, sostiene ancora la Procura, era stata emessa una falsa fatturazione di vendita ad un’azienda italiana.—



I commenti dei lettori